Le cucine si stanno trasformando eliminando i fornelli a gas in favore del piano cottura ad induzione. I consumi si riducono realmente?
La popolarità della cucina ad induzione è aumentata notevolmente negli ultimi anni per i vantaggi offerti in termini di sicurezza, efficienza energetica e velocità di cottura. Quantifichiamo la riduzione dei consumi.
La particolarità di un piano cottura ad induzione è l’uso di un processo di cottura elettromagnetico che produce calore in modo diretto nella pentola o nella padella piuttosto che procedere inizialmente con il riscaldare l’elemento del bruciatore per trasferire poi il calore alla pentola. Di conseguenza l’induzione è più efficiente dal punto di vista energetico rispetto al gas o ai fornelli elettrici. La maggiore efficienza si traduce in un 85/90% di energia elettrica convertita in calore per cucinare contro il 65/70% di un piano cottura elettrico e il 50/55% del piano a gas.
Con il piano ad induzione, dunque, si risparmierà in bolletta anche per la maggiore velocità di cottura del cibo. Bisogna sapere, però, che alcuni fattori potrebbero influenzare il consumo. Le dimensioni della pentola, ad esempio. Se troppo piccola ci sarà uno spreco di energia. Importante anche il materiale utilizzato. Se in ferro o acciaio inossidabile con fondo magnetico allora saranno più performante rispetto rame e alluminio che si riscaldano con minore efficienza. Infine anche l’impostazione di calore inciderà sui consumi come ogni altro piano cottura.
Quantifichiamo i consumi con il piano ad induzione
Per poter capire quanto consuma il piano ad induzione è meglio procedere con degli esempi. Iniziamo con il dire che se si cucina per trenta minuti su un piano cottura ad induzione da 200 watt il consumo stimato sarà di 1 kWh. Usando un piano cottura elettrico o a gas per lo stesso tempo, invece, il consumo sarebbe decisamente superiore.
Mettiamo il caso di voler cucinare un piatto di pasta. Dobbiamo portare a bollore l’acqua in pentola. Con un fornello a gas il cui consumo è circa di 2,5 kWh si devono stimare quindici minuti per l’ebollizione, altri 15 per la cottura arrivando ad un consumo di 1,25 kWh mentre usando un piano ad induzione di 2 kWh considerando un’efficienza del 90% il consumo sarà di 0,6 kWh ossia 2 kWh x 30 minuti/ 60 minuti x 90%). In realtà non si impiegheranno 30 minuti tra ebollizione e cottura dato che non disperdendo calore il tempo si riduce ma per comodità abbiamo stimato lo stesso tempo.
Dal confronto emerge un risparmio del 50% circa di energia tra piano ad induzione e piano a gas. Si tradurrà in bollette più basse ma anche in un minore impatto ambientale. Per conoscere il consumo reale, però, ricordiamo che occorre valutare anche i fattori precedentemente citati. Per completezza aggiungiamo un ulteriore vantaggio del piano ad induzione. Offre un maggiore livello di sicurezza e comfort dato che il piano cottura rimane freddo al tatto evitando problemi di scottature. E non dimentichiamo che cuocendo più velocemente ci sarà anche un risparmio di tempo nella preparazione dei piatti.