Isolamento termico con una nuova tecnica all’avanguardia che manda in soffitta il cappotto termico: vediamo insieme di cosa si tratta
Nell’era della transizione ecologica le linee guida sugli interventi da effettuare in molti ambiti hanno determinato l’affermarsi di nuove tecnologie, nuovi materiali e nuovi concept che garantiscano il passaggio necessario all’abbandono delle energie derivanti dai carbon fossili in favore di quelle rinnovabili.
Ogni settore economico è coinvolto in questa svolta energetica che si basa proprio sull’ottimizzazione dei consumi energetici a 360 gradi, intervenendo in modo innovativo e lungimirante. Fotovoltaico ed eolico sono le nuove frontiere della produzione di energia elettrica green, supportati e veicolati anche da tecniche e modalità completamente indirizzate verso la riduzione delle emissioni di CO2 nell’atmosfera. Particolare attenzione è stata rivolta al settore edile e alla riqualificazione degli edifici che rimangono tra i maggiori comparti energivori del Pianeta.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad una vera e propria svolta nel settore edile che via via ha abbracciato le nuove tecnologie a disposizione per garantire una maggior efficienza termica alle abitazioni. Da un lato le tecniche di costruzione si sono avvalse di nuovi materiali ecologici e dall’altro la tecnologia ha fornito un’ampia scelta di impianti innovativi per l’autoproduzione di energia elettrica.
Per garantire che un edificio sia efficientato dal punto di vista termico è necessario impedire la dispersione di calore o di fresco attraverso l’applicazione di materiali che isolino perfettamente le pareti verticali dell’immobile da coibentare. In questo modo si riducono i consumi energetici e si risparmia in bolletta.
Il cappotto termico fino ad oggi ha rappresentato il fiore all’occhiello della riqualificazione energetica andando a garantire la coibentazione degli edifici e l’efficienza termica necessaria all’ottimizzazione dei consumi. I pannelli isolanti applicati sulle pareti verticali vanno a impedire a dispersione di calore o di fresco prodotta dagli impianti di riscaldamento o di raffrescamento a pompa di calore in modo da contenere i consumi e i costi dell’energia elettrica.
Nell’ultimo periodo però si sta affermando una nuova tecnica che sembra poter spodestare i pannelli isolanti del cappotto termico grazie alla facilità di installazione, ai tempi ridotti e naturalmente ai costi più bassi. Si tratta del cosiddetto insufflaggio, termine tecnico che sta ad indicare l’utilizzo di schiume espanse isolanti che vanno a riempire gli spazi vuoti come le intercapedini evitando di fatto i temuti bypass termici che andrebbero a minare l’effettivo isolamento delle pareti con i movimenti d’aria incontrollati.
La tecnica dell’insufflaggio, rispetto all’applicazione del cappotto termico, presenta l’enorme vantaggio dei costi contenuti e l’assenza di opere murarie, nonché tempi di lavorazione ridottissimi, tanto che si parla di un giorno solo di intervento. L’unica perplessità rimane la possibilità che insorgano ponti termici non corretti che invece il cappotto corregge e vanifica presentando uno standard di efficienza maggiore ad un costo però molto più impegnativo.
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