In Italia un triste primato, la presenza della zona più inquinata d’Europa. Milioni di cittadini sono in pericolo per i possibili danni alla salute.
L’aria è inquinata in tante città italiane, questa non è una novità. Diverso sapere che la nostra bella penisola ospita la zona con maggiore inquinamento da PM10, PM2,5 e ozono di tutta Europa. Chilometri di territori con diverse Regioni coinvolte, c’è un problema di sicurezza che i cittadini devono conoscere.
L’Agenzia Europea dell’Ambiente ha rilevato alti livelli di inquinamento atmosferico in una specifica zona dell’Italia. Si parla di inquinamento atmosferico per indicare l’insieme delle sostanze dannose per la salute delle persone e per l’ambiente che si trovano nell’aria. E non parliamo solo dell’aria presente in ambienti esterni ma anche di quella presente nelle nostre case, nelle scuole e in tutti i luoghi chiusi.
Significa che la nostra salute è continuamente sotto attacco e che incorriamo noi tutti in conseguenze con effetti a breve o lungo termine. L’esposizione agli inquinanti porta lacrimazione, tosse, problemi respiratori di varia natura, broncopneumopatia cronica nonché l’insorgenza di alcuni tumori. Capiamo bene come vivere in un ambiente altamente inquinato sia un reale pericolo, basti pensare che è al decimo posto nella lista dei fattori di rischio di morte. E in Italia abbiamo milioni di persone che abitano proprio nel luogo più inquinato d’Europa.
Oltre 10 milioni di cittadini respirano aria con una concentrazione di PM2,5 maggiore dei limiti UE. La zona che ha il record negativo è il Nord Italia. Il particolato fine rappresenta un pericolo da non sottovalutare. Ci sono ogni anno 300 mila decessi causati da questa sostanza altamente inquinante, pericolosa e insidiosa perché penetra profondamente nel sistema respiratorio. L’UE ha l’obiettivo di ridurre del 55% le morti premature dovute all’inquinamento atmosferico entro il 2030 abbassando notevolmente i livelli di particolato fine.
Un traguardo che oggi sembra veramente molto lontano considerando che più del 98% della popolazione europea vive in luoghi in cui la concentrazione di Pm2,5 supera i livelli stabiliti dall’Unione Europea e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il limite è 5 microgrammi ogni metro cubo di aria. Preoccupazione maggiore per l’Italia dove si trova la zona più inquinata di tutta Europa, la Pianura Padana. Non solo i dati sono pessimi ma si è registrato un aumento della concentrazione nel tempo. Lo ha stabilito una ricerca condotta dallo European data journalism network.
Cosa significa esporsi in modo prolungato all’agente insidioso? Subire danni a diversi apparati del corpo umano, da quello circolatorio a quello respiratorio, da quello riproduttivo al sistema centrale. Tumori ai polmoni sono una conseguenza del particolato fine nell’aria in alta concentrazione insieme a ischemie, attacchi cardiaci e asma. Il Pm2,5, poi, ha la tossicità maggiore tra tutti gli agenti riuscendo ad entrare ancora più a fondo nell’organismo. Bisogna, dunque, invertire la tendenza e ridurre la presenza di Pm2,5 nell’aria in tutti i Paesi UE. Non ce n’è uno che abbia raggiunto livelli accettabili di inquinamento, meno che mai l’Italia dove un quinto della popolazione respira aria con troppo particolato fine.
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