Stretta sugli affitti brevi con nuovi divieti e più controlli su chi usufruisce della modalità: tutti i dettagli
La nuova modalità ricettiva che vede negli affitti brevi l’ultima frontiera ha dilagato senza freni soprattutto nelle grandi città che si sono dotate va via di un’offerta sempre più ampia e capillare. Se prima si era arrivati ad una sorta di far west dove chiunque avesse una casa a disposizione la immetteva sul mercato in modo assolutamente autodidatta e naif, oggi arrivano sempre più regole e divieti nel tentativo di mettere ordine ad un settore in espansione con una connotazione sempre più regolamentata.
Le nuove leggi sugli affitti brevi forniscono la categoria di una disciplina uniforme a livello nazionale atta a contrastare il fenomeno dell’abusivismo dilagante nel settore definendo i principi in materia di locazioni per finalità turistiche. Le misure varate vanno sempre più sull’ottica di dare una stretta vigorosa rispetto al passato per evitare le pieghe dell’illegalità.
Gli affitti brevi sono una recente modalità di ricezione turistica diventata un vero e proprio fenomeno in crescita esponenziale sul tutto il nostro territorio. Un settore che va a rispondere alle esigenze connesse al turismo stagionale o al verificarsi di eventi particolari come fiere o per esempio la Settimana della Moda a Milano. Tali eventi fanno infatti aumentare la richiesta di locazioni per brevi periodi facendo lievitare di conseguenza i prezzi applicati.
Si è reso dunque necessario regolamentare la materia al fine di reprimere comportamenti contrari alla legge immettendo nuovi adempimenti da effettuare a carico dei proprietari di casa che scelgono questa modalità di locazione dei propri immobili. Esigenze di maggior trasparenza, maggior sicurezza e quindi maggior legalità sono diventate prioritarie per il legislatore.
La regolamentazione degli affitti brevi mira ad assicurare la tutela della concorrenza, della sicurezza del territorio a contrasto delle forme irregolari di ospitalità messe in campo dai soliti furbetti. Uno su tutti l’obbligo del Codice identificativo nazionale, Cin, con l’indicazione dei posti letto disponibili. Il Cin consente al Ministero del Turismo di avere un quadro aggiornato dell’offerta ricettiva sul territorio con l’identificazione delle unità immobiliari abitative adibite a tali finalità turistiche.
Le ultime strette in materia di locazioni di breve periodo vanno a vietare l’utilizzo delle cosiddette keybox all’interno della modalità del self check-in automatizzato. In questo senso vi è la necessità da parte del Ministero dell’Interno di identificare le persone che accedono a tali strutture ricettive per ovvi motivi di sicurezza.
Il quadro normativo si allarga dunque prevedendo oltre all’introduzione dell’obbligo dal 2025 del Cin, il Codice Identificativo Nazionale, che permette di tracciare ogni struttura ricettiva a contrasto dell’evasione fiscale, l’identificazione degli ospiti di persona da parte dei gestori degli alloggi, previa registrazione dei dati e comunicazione alle autorità entro le 24 ore dall’arrivo. L’obiezione è che l’identificazione da remoto non risponde alle esigenze e ai requisiti di sicurezza previsti dalla normativa vigente.
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