Esiste un caso ben preciso in cui ci si può considerare esenti dal pagamento della Tari, anche se molti potrebbero non saperlo. Ecco quale.
Riuscire a districarsi con le varie spese che si devono sostenere può trasformarsi in un’impresa, soprattutto perchè a quelle considerate “di routine” si aggiungono eventuali emergenze, oltre alle tasse, a cui non è possibile soprassedere. Pur essendo obbligatorie, ci sono delle imposte che possono essere più sgradite rispetto ad altre, soprattutto perché si è convinti sia ingiunto versare un importo per un determinato aspetto, come è il caso della Tari.
Questa è la tassa relativa alla gestione dei rifiuti ed è destinata a finanziare i costi legati alla raccolta e allo smaltimento dei rifiuti ed è di pertinenza comunale. A dover versare l’importo relativo sono le persone che occupano un immobile, indipendentemente dal loro ruolo, quindi sia che si tratti del proprietario sia di un inquilino in affitto, In realtà, c’è un caso ben preciso che può prevedere l’esenzione, anche se non tutti potrebbero esserne a conoscenza.
La Tari non è dovuta: ecco quando
Sapere di non dover versare quanto previsto per una tassa non può che consentire di tirare un sospiro di sollievo a molti, a maggior ragione in un periodo come quello attuali sono in tanti ad arrivare alla fine del mese. E’ il caso della Tari, che potrebbe essere non ritenuta giusta se si fa riferimento a una casa in cui non si vive, per questo non può esserci produzione di rifiuti.
In realtà, non è detto che per un immobile disabitato la Tari non sia dovuta, è necessario che si verifichino altre condizioni ben precise per fare in modo di considerarsi esentati. E’ innanzitutto necessario sottolineare il ruolo svolto dal Comune in cui si trova l’immobile, che ha il compito di predisporre le delibere, è grazie a queste che può essere stabilita una deroga all’obbligo di versamento.
In genere infatti è la potenzialità dell’immobile di produrre rifiuti a stabilire l’obbligo di pagare l’imposta, poco importa se questo venga utilizzato o meno. Se davvero ci si vuole ritenere esentati si deve dimostrare che la casa non sia abitabile, l’unico modo per farlo è quello di dare prova che le utenze non siano allacciate e che non ci sia l’arredamento all’interno.
Avere la residenza da un’altra parte influisce poco ai fini dell’esenzione, una persona infatti potrebbe comunque utilizzare quella casa magari per il fine settimana o per le vacanze e produrre comunque rifiuti.
Si può chiarire ulteriormente la questione prendendo in esame un esempio che può essere diffuso, ovvero una casa ereditata, ma dove nessuno vive. In questo caso ci si può considerare esenti dal pagamento della Tari se all’interno non ci sono mobili (o almeno non devono esserci i mobili che lo rendano abitabile come letto e tavolo con sedie, ad esempio) e nessuna utenza risulta essere allacciata. Qualora ci fosse anche solo qualche arredo o un’utenza allacciata la Tari è comunque dovuta. Qualora ci fossero pendenze legate al bene ereditato, chi ne detiene la proprietà sarà comunque chiamato a regolarizzare la situazione, come indicato dall’articolo 752 del Codice Civile, sulla base delle quote ereditarie. Si può evitare questo pur accettando l’eredità presentando una denuncia di cessazione, insieme a una richiesta di distacco delle utenze (luce, gas, acqua), per poi procedere con l’eliminazione dei mobili.